trans
La DIga
di MarioGipo
28.12.2021 |
1.814 |
7
"Da li in poi agii come un automa, passai al guardaroba comportandomi come una femmina, non me ne fregava più nulla di quello che potesse pensare la gente..."
La diga serve a proteggere ed a contenere. Una specie di muro che serve a proteggere.Si forma anche nella testa e serve a contenere i nostri desideri più nascosti, quelli che non vogliano far trasparire.
Io ho sempre amato, fin da ragazzo, travestirmi da donna, sentire il fruscio del collant, l'emozione di indossare un pizzo, oppure una gonna trovata nell'armadio di mia madre. L'ho sempre fatto in privato, dicendomi che era solo un mio hobby, una ricerca della
femminilità. Ho sempre desiderato donne molto sexy, molto femminili.
Mia moglie non è bellissima ma e una bomba sexy...molto porca a letto, e molto aperta mentalmente. Mi confessò fi aver avuto diverse esperienze lesbo in gioventù e questo mi eccitò da morire.
Per qualche anno abbiamo avuto una vita "normale". Poi è successo qualcosa: è caduto il primo mattone della diga. Accadde dopo aver visto il film "The Danish Girl". Io uscii dal cinema molto turbato e mia moglie lo notò.
- quindi ti piacciono i travestiti?
- ma che dici??
- dai, ho visto come guardavi le scene del travestimento?
- Ma no...ero curioso
- se se...non me la racconti, e se provassimo anche noi?
- Cioè?
- scopare con te travestito.
- Ma dai...
Mia moglie non è una che molla quando si mette in testa una cosa. Forse pensava di rivivere le sue esperienze lesbo, oppure non so. Ma il primo ma il primo mattone della diga stava cedendo.
Così mi trovai ad indossare i suoi abiti. Prima le calze, poi la lingerie, fino a travestirmi quasi completamente. E devo dire che le nostre performance sessuali ne stavano guadagnando. Mi stava piano piano trasformando. Arrivai così anche a depilarmi completamente ed ad indossare abiti femminili anche quando stavamo regolarmente in casa.
il gioco mi piaceva sempre più e lei lo aveva capito, e piaceva anche lei.
Poi un giorno cadde il secondo mattone. Fu quando un giorno bel giorno, mi abbraccio da dietro e mi spinse contro il muro. Fu una mossa inaspettata. Io ero in abiti femminili, come spesso accadeva, e rimasi impietrito. cominciò a toccarmi e sollevarmi la gonna, spingendo il suo pube contro il mio sedere...fu una sensazione strana. La sua bocca era sul mio collo. Le sue mani non stavano carezzando il mio cazzo, ma i miei fianchi e poi il mio sedere. Mi portò in camera e sbattendomi sul letto, mi tolse le mutandine e cominciò a mimare un rapporto anale...solo che io ero sotto...impietrito, rigido, incapace a reagire. Ma poi uno strano calore mi salì dal basso e mi lasciai andare.
Si bagnò due dita e me le ficcò nel culo e mi scopò.Non riuscii a nascondere un orgasmo pazzesco, sorprendendo anche lei.
Il giorno dopo comprò uno "strap-on" e cominciammo a fare sesso penetrandoci a vicenda. La prima volta fu strano ma poi il godimento era così grosso che non riuscivo ad avere un orgasmo senza qualcosa che mi penetrasse. Ma nella mia mente questo era il massimo. Per me era ancora un modo per amare la femminilità e quindi le donne. Non mi passava per la testa di l'amore con un uomo.
Eppure qualcosa stava cambiando. La diga si stava pian piano sgretolando. Silvana si stava sempre più comportando come l'elemento maschile, attivo, ed io come la femmina passiva.
La sera usciva e lasciava a me l'incombenza delle faccende domestiche. Forse si vedeva con altre donne, forse con uomini, non so.
So che oramai quando facevamo l'amore io non la penetravo più, era lei che penetrava me, ed io godevo come una femmina.
Poi crollò l'ultimo pezzo di diga. Successe un sabato sera sotto carnevale. Non ero mai uscito "en femme", era troppa la paura. Ma si sa, durante il carnevale tutto è concesso. Così Silvana mi convisse, ed uscimmo con le sue amiche.
Nel tempo avevo fatto una gran esperienza a casa, ma uscire fuori era un'altra cosa e quindi all'inizio ero proprio impacciato...anzi, impacciata.
Per fortuna che nel locale non ero l'unica "en femme" per cui la tensione calò, e comincia a divertirmi in mezzo alle amiche di mia moglie.
Poi accadde che un signore cominciò a fissarmi. Non c'ero abituato e li per li non ci feci neanche caso, fu un'amica di mia moglie a farmelo notare. Li per li rimasi un po' turbato e cercai di non ricambiare lo sguardo. Poi, chiaramente, fu Silvana a lanciarmi:
- perché non gli dai corda?
- Ma no dai...chissà cosa va cercando...
- E che ne sai? Ultimamente non mi sembra poi che ti comporti molto da maschio.
Quella frase mi turbò e mi fece incazzare...
- Mi stai portando tu fino a questo punto.
- Io non ho fatto nulla, forse a te piace così.
preso dalla rabbia mi alzai dal tavolo, volevo andare da qualche parte, in bagno? si ma quale? Così scesi in pista a ballare.
Lui mi segui, me lo trovai vicino...troppo...non sapevo cosa fare.
Era un signore sulla sessantina, molto distinto.
- Ciao, mi chiamo Nicola. Stai molto bene vestita così...sei molto sexy.
- Senta forse c'è un equivoco, non sono una donna. Mi sono travestito per il carnevale
- Beh ragazzo mio, si vede. Però stai molto bene lo stesso. Ti va di bere qualcosa?
Mi lascia trasportare, cominciammo a bere ed a parlare, ed io per la prima volta cominciavo a guardare un uomo con gli occhi di una donna. Era una sensazione incredibile. Mi stavo lasciando sempre più andare, rapito dal fascino di Nicola. Mi stava corteggiando ed io piano piano stavo mollando le mie difese. Le sue mani cominciarono a toccarmi le gambe, insinuandosi tra le cosce. un misto di disagio ed eccitazione mi stavano pervadendo. Riprendemmo a ballare e Nicola non perdeva occasione per mettermi le mani addosso, sui fianchi, sul sedere. La sua bocca pericolosamente vicina al mio collo, e ne sentivo il suo caldo fiato.
Con gli occhi cercavo Silvana, nella speranza mi venisse in aiuto ma quella stronza stava lesbicando con una tizia e mi aveva lasciato in balia completa degli eventi. Ero veramente incazzato, mi aveva lasciato completamente a me stesso. E quando si è incazzati si agisce d'istinto, per cui mi dissi: ok, se dev'essere sia...
- Senti, Nicola e se andassimo in un posto più tranquillo?
- Speravo me lo chiedessi. Stavo perdendo le speranze.
- Ok, hai la macchina.
- Si, prendo le chiavi.
Oramai l'ultimo baluardo della diga stava cadendo, che sia stata rabbia, che sia stata voglia, non so...fatto sta che stavo decisamente imboccando una strada sconosciuta.
Passai al tavolo di mia moglie a prendere la borsa, le dissi che cci saremmo viste a casa, e che sarei andata con un mio amico. biascicò solo un ok di cortesia, senza staccare la bocca dalla sua ganza.
Da li in poi agii come un automa, passai al guardaroba comportandomi come una femmina, non me ne fregava più nulla di quello che potesse pensare la gente. Volevo solo sentirmi bene. Nicola mi attese e mi scortò fuori, sentii la sua mano appoggiarsi delicatamente sui miei fianchi. Quando mi aiutò a mettere il cappotto mi sentii morire: stavo vivendo in un sogno.
Una volta in macchina le nostre bocche si cercarono trovandosi, mi bacio con passione stringendomi a se. Stavo baciando il mio primo uomo, trovai solo strano il pungere della barba.
- E' la tua prima volta?
- Si, non sono mai stato con un uomo...
- Va bene, allora vedremo di farlo con calma. Conosco un posticino carino, un piccolo alberghetto a ore qui vicino, forse ci faranno entrare senza tante storia.
Cosa successe quella notte merita un capitolo a parte. Fu comunque bellissimo, l'inizio di un bel rapporto che ancora porto dentro. Il crollo di quella diga che teneva chiusa la mia sessualità
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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